Come si dice negli ambienti che contano, Natale è vicino e indubbiamente mica ci vuoi arrivare già come una palla di lardo?
E allora cosa facciamo? Rinunciamo a tutto fino all’inizio dele feste: agli aperitivi, a colazioni, brunch, merende e cene fuori, ad ogni qualsivoglia evento tentatore?
Ma figuriamoci! Solo che per depistare il nemico – avete presente l’amica dell’amica, quella che vedi solo all’aperitivo del giovedì e che quando stai per indulgere in una pizzetta si avvicina e ti fa (immaginate la voce fastidiosa) “ma tu non eri a dieta?” – abbiamo deciso di andare fuori porta (e di evitare le luci della ribalta milanese) che se non fosse per il monsone che si sta facendo beffe del nostro autunno, sarebbe proprio il tempo giusto.
Nel parco del Ticino ci sembrava abbastanza fuori mano per evitare scocciatori, così prenotiamo 20.30 “Dalla Lalla” nel ridente comune di Zelata.
Il posto è davvero a prova di “sgamo” (amanti in ascolto prendete nota) ma, ahimè, è super frequentato. Il motivo molto semplice: si mangia da paura! Ok, finita la recensione CIAO! Scherzavo…scherzavo….
Partiamo dalla location: una vecchia cascina ristrutturata alla fine del paesino, poco lontano dall’uscita dell’A7 Bereguardo (circa 6 km), la signora Lalla si è sbizzarrita nella ristrutturazione e non ha fatto nessun passo falso.
Lo stile è shabby chic, country chic, insomma anche con un tocco bohemienne pieno di meravigliose credenze, cassettiere, tavoli, chandelier, divani, poltrone, abat jour, vasi, secchi di latta, zuppiere, cappelliere, tazze da thè, teire, sedie a dondolo, vecchi seggioloni…detta così può sembrare un’accozzaglia di roba messa lì tanto per, ma, vi assicuro, nulla è lasciato al caso: ad ogni tavolo ogni sedia è tassativamente diversa dall’altra, tutte le tavole sono apparecchiate con gusto con tovagliame e piatti bianchi di porcellana, ed in fondo alla stanza c’è il grande camino dove viene cotta la carne! Qui ogni angolo è speciale…
Comunque guardate le foto perché è davvero difficile fare una descrizione esaustiva dei colori e delle sensazioni che evoca il posto, c’è davvero un’atmosfera magica, di casa dei nonni ecco…
Ci sono decine di migliaia di ristoranti a Milano e dintorni, un buon numero dove si mangia bene, perciò quello che noi cerchiamo quando andiamo in giro è quel quid che lasci un segno e qui l’abbiamo trovato. Per noi mangiar bene è un culto, ed ecco perché chi ti guida in questo percorso deve raccontarti una storia, non solo servire a tavola. E Lalla e Giovanni ti raccontano proprio una fiaba un po’ ironica, un po’ nostalgica, sicuramente piena di gusto e di voglia di trasmettere il loro “sapere”.
Raccontano e si fanno raccontare: da loro non sei un cliente qualunque sei qualcuno da scoprire…
Attenzione però non pensate che se volete andare a farvi un giro e starvene per i fatti vostri veniate assaliti da una banda di circensi, noi ci siamo andate aperte al dialogo, con il piacere di chiacchierare e di sapere di più sul posto e siamo state accolte con tutti i “crismi” (come diceva mia nonna…)
Lalla e Giovanni sono una bellissima coppia, lei milanese e lui toscano fiorentino (ho scoperto che se dici toscano ad un fiorentino è un’offesa grave…gravissima…), lei padrona di casa, lui cuoco (entrambi eccellenti nel loro compito), gradevoli, piacevolmente autoironici. Lui si è trasferito a Milano per amore della Lalla (“quando era giovane prima della guerra – la prima ovviamente – era davvero una bellezza” cit. Giovanni), lei si è trasferita in provincia per amore del Giovanni (“dovevamo trovare un posto perché Giovanni mi stressava che dovevamo aprire ‘sto ristorante e sono finita qui nel parco del Ticino, dove da piccola mio papà mi portava a pescare pensa te” cit. Lalla). Il suo Giovanni, che tutti i lunedì prende la macchina e si fa quei 300km per andare a prendere gli ingredienti direttamente a Firenze, dai suoi fornitori di fiducia.
Ad ogni modo veniamo a noi, menù ampio abilmente declinato in milanese dalla signora Lalla, che ci ha, senza invadenza, “guidato” nella scelta delle loro specialità: fettunta (pane, pomodori toscani, basilico e olio “buono”) – una delizia, polpettine al vino bianco (mio Dio levatemele che mi sto trasformando in carne trita!), crostini toscani (quello al cavolo nero era da standing ovation), maccheroni alla gricia (buoni buoni e buoni, cottura perfetta, condimento idem!), ribollita (dalla regia mi dicono che era otterrima), pici al sugo di cinghiale (che erano da urlo) e un 1,4 kg di fiorentina. Soffermiamoci un attimo sulla fiorentina: è stata mangiata da uno dei più grandi esperti (leggi rompico*****i) di cottura della carne ed è stata giudicata (udite, udite) perfetta (potete fare la ola adesso)!
Conto finale corretto, considerate le 2 bottiglie (in 4…e sì, non beviamo gnente noi…) di Ornellaia, e il peso della fiorentina.
Noi ne facciamo un punto fisso delle nostre gite nel parco del Ticino e già ci sentiamo di volere un po’ di bene alla Lalla e a Giovanni, come se ci avessero ospitato a casa loro…
Dalla Lalla
v.Cavagna Sangiuliani,5
Bereguardo (PV) fraz. Zelata
tel: 0382-930876
Valentina Calabrese