Podere San Bartolomeo

Ci sono luoghi che nel corso della nostra vita diventano posti del cuore. Quelli che solo pensarli è un msito di emozioni e nostalgia.

E ci sono persone capaci di realizzare grandi sogni come quello di trasformare un posto così nel proprio rifugio e addirittura nel proprio lavoro.E’ la storia di Silvia che ho conosciuto per caso nel favoloso mondo di Instagram e del Podere San Bartolomeo

Il podere fu acquistato da mio nonno Beppino negli anni 50. Era il Podere che più degli altri piaceva a mia nonna, quello dove si concedeva la fantasia di costruire una piccola casina con vista sul panorama della vallata, quello che produceva il vino più buono, il luogo Delle lunghe tavolate per la vendemmia, quello dei pic-nic con le amiche FDelle elementari.
Quella fu la ristrutturazione delle scoperte, si perché quel luogo tutti lo chiamavano “la chiesina” ma nessuno sapeva perché. Tutti dicevano che c’erano i fantasmi ma si sentivano solamente, nessuno li aveva mai visti. La casa era un vecchio casale contadino, con la cucina all’entrata, una stanza con un forno a legna che poteva cuocere in un’unica infornata 14 chili di pane, al primo piano le camere, tutt’intorno le capanne per poter lavorare la terra.
É il Podere che nell’89 mio nonno donó a mio babbo e che vide una prima lunga ristrutturazione.
Quando iniziammo i lavori doveva essere una cosina veloce, da nulla. -Si risistema un po’ l’intonaco, si rifanno gli infissi, e si dà una sistemata al tetto- diceva mio babbo. Poi un giorno andò a dare un’occhiata quando c’erano i muratori. Si mise a scrostare una parte di intonaco che sbollava…Ed ecco la prima scoperta. Sotto c’erano dei pietroni squadrati in perfette condizioni, la curiosità prese il sopravvento ed il lavoro continuò fino ad arrivare all’architrave del portone di ingresso e lo stupore fu ancora più grande: emerse un arco a spicchi di pietra bellissimo. Ci sembrava di essere degli archeologi! Ecco dov’era la Chiesina! Dopo pochi giorni fu la volta del rinomato forno a legna, io tornai dopo qualche giorno ed al suo posto trovai l’abside della chiesa. I pezzi del puzzle stavano iniziando ad incastrarsi: la Chiesina era in realtà una Pieve Romanica del 1100, probabilmente costruita ed abitata dai monaci. I fantasmi altro non erano che gli uccellini che entrando nella canna fumaria del forno rimanevano intrappolati e sbattevano contro le pareti del forno che corrispondevano alle pareti della camera al piano superiore.
Fu così che questa antica Chiesina romanica diventò la nostra casa di campagna, la casa che in estate era così fresca da dover dormire fino a luglio con la copertina, la casa della festa dei miei 18 anni, delle feste estive con gli amici, feste piene di candele e di musica suonata col vecchio giradischi gracchiante del mio babbo, la casa della festa del battesimo di mia figlia, della festa dei miei 40 anni.

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Stanchi però del caos della città e della vita frenetica, Silvia e suo marito un giorno, guardando questa casa di campagna hanno iniziato a sognare una vita diversa, fatta di natura, serenità e convivialità ..da lì l’idea di trasformare il podere in un piccolo agriturismo.
Sono iniziati i viaggi in giro per l’Europa per trovare mobili e oggetti di arredo, hanno ‘riciclato’ pezzi antichi di proprietà della loro famiglia, sono diventati Fabbri, muratori, imbianchini, restauratori, falegnami, giardinieri, cani da tartufi e infine ce l’hanno fatta: 3 piccoli appartamenti che possono ospitare un totale di 10 persone.
Ma il i loro sogni non si fermano e all’orizzonte nuovi progetti: la costruzione di un forno comune per permettere ai vicini e agli ospiti di cuocere il pane, esattamente come accadeva nei piccoli paesi col forno comune. Di iniziare ad offrire su richiesta la colazione agli ospiti anche se le casine sono dotate di cucine e ancora offrire la possibilità a chi lo richieda di “adottare” un pezzo di terra per poterlo coltivare.

Coelho diceva che il mondo è nelle mani di coloro che hanno il coraggio di sognare e di correre il rischio di vivere i propri sogni.
Leggo la loro storia e non posso fare a meno di pensare quanto avesse ragione….

Podere San Bartolomeo

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