La mia Sicilia di sole, mare e granite al limone.

Siamo abituati a considerare il viaggio come qualcosa di lontano, a volte costoso e con mete troppo spesso irraggiungibili. Sarà retorica ma l’Italia è un paese meraviglioso e il viaggio, a volte, è proprio a casa nostra. Così oggi vi porto nell’isola più grande del Mediterraneo, per molti considerata la regione dei vulcani, la patria dei cannoli e delle granite alla mandorla patrimonio dell’umanità. Oggi vi porto in una Sicilia bedda, la nostra.

La Sicilia Occidentale e il mare

Il viaggio è stato breve con un volo diretto verso Trapani, la città dei due mari perché bagnata dal mare su tre lati, ideale per chi come me non ama fermarsi in una sola città ma desidera vedere, conoscere, esplorare più possibile. Per cominciare sono partita dalle isole Egadi con un’escursione in barca prima verso l’isola di Favignana, poi in quella di Levanzo, dove ho lasciato il mio cuore, lo ammetto. Isole che lasciano a bocca aperta per il loro splendido mare (scontato vero?) e per il loro essere così autentiche.

Altra meta raggiungibile da Trapani è la Riserva dello Zingaro: decidete voi se iniziare il percorso da San Vito lo Capo o da Scopello, io ho scelto quest’ultima ma essendo fuori forma sono arrivata solamente a metà percorso. Devo dire, però, che tutta la fatica è stata ampiamente ricompensata dallo splendore di questo luogo incontaminato e dal cannolo che mi sono concessa sulla via del ritorno, in centro a Scopello (vabbè).

La Sicilia e la cultura

Il mio viaggio è proseguito poi verso le bellezze del sud. L’autostrada che da Trapani portava verso Agrigento conduceva ad un primo luogo intriso di storia: Segesta con il suo famoso anfiteatro e Selinunte. Arrivati ad Agrigento non potevo non visitare la Valle dei Templi, al tramonto è uno spettacolo inimmaginabile. Una notte a Realmonte e poi via, di prima mattina, verso Scala dei Turchi, una maestosa scala di marna bianco ottico a picco sul mare dal panorama mozzafiato.

Nell’agrigentino c’è, però, un posto che non molti conoscono e che vale la pena visitare. Si chiama Farm Cultural Park. Sette cortili che, con un’opera di recupero urbano, sono diventati un luogo dove l’arte si respira e si vive davvero. A Favara.

Tornando verso nord, dopo aver passato una serata a Sciacca nel suggestivo B&B “Le Casette del Porto“,  Marsala e i mulini delle Saline dello Stagnone ci hanno accolto con mille colori e sì, abbiamo anche visto i fenicotteri (non proprio rosa).

Per concludere prima di rientrare a Trapani per il viaggio di ritorno una tappa ad Erice, uno dei borghi più belli d’Italia, arroccato sul suo omonimo Monte offre dal giardino “Balio” una vista semplicemente meravigliosa. Qui è d’obbligo assaggiare una Genovese alla Pasticceria S. Carlo, un locale in cui il tempo si è decisamente fermato. Non ero mai stata in questa terra così calda e viva, ricca di storia, di bellezza, di natura e di innumerevoli prelibatezze gastronomiche. Non ero mai stata in Sicilia, ma so già dove vorrei tornare.

 

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